Autore: Takeshi Mizukoshi
Sede: Villa Romana della Consolata
Ciò che differenzia le fotografie di Takeshi Mizukoshi dalle migliaia di immagini di documentazione di montagna è l’approccio creativo col quale l’autore ci propone un’immagine quasi astratta delle terribili e imponenti montagne dell’Asia, delle cime maestose del Karakorum e dell’Himalaya. Evitando “cliché” dove le montagne sono viste e documentate con i colori rosso intenso dei tramonti o con strati di colori pastellati, quelli prediletti da un’enorme moltitudine di foto amatori, Takeshi Mizukoshi sceglie una rigida interpretazione dei due colori estremi, il bianco e il nero.
Questo taglio originalissimo e quasi inedito ci consegna una serie di fotografie dai grandi contrasti che impongono un’ammirazione ricca di grandi emozioni. La composizione di queste immense desolate, brutali e quasi aride visioni di ghiacciai e rocce sono sicuramente un messaggio lirico e intensamente romantico, mostrandoci quale sia stato lo stato d’animo dell’autore e la sua grande sintonia con questo immenso spettacolo.
La serie d’immagini proposte in questa selezione coprono una minima parte del lavoro fotografico fatto da Takeshi Mizukoshi con il preciso scopo di produrre un libro, Himalaya, che rimanesse un documento importantissimo di un nuovo approccio sul tema della natura delle grandi montagne. L’autore ha realizzato questo progetto con l’obiettivo di guidare i nostri occhi verso il puro splendore dei colossi del Karakorum e dell’Himalaya, indirizzando la nostra attenzione verso le sfide reali che rappresentano i loro speroni, le loro pareti e i loro crinali. Paura, dubbio per possibili imprese, e allo stesso tempo la necessità di comporre paesaggi di elegante disegno, di una natura vista in modo astratto ma di preziosa e speciale bellezza.
Takeshi Mizukoshi ha colto tutti questi momenti usando uno stratagemma molto ricorrente nell’arte giapponese prima dell’evento della fotografia. Il soggetto principale è come un dettaglio minore nell’economia speciale della composizione, dove lo sfondo è composto dai rimanenti piccoli dettagli, secondo una precisa particolare chiave prospettica.
Lorenzo Merlo
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